Dall’inizio dell’anno il garante della Privacy ha reso esecutive nuove linee guida per la gestione dei cookies.
Ma che cosa sono i cookie?
I cookie sono un sistema di tracciamento utente che permette sia di migliorare la user experience del sito, sia di profilare e di avere una più profonda conoscenza del cliente.
Sono piccoli file di testo che, in automatico, sono memorizzati sul dispositivo usato per la navigazione. Le nuove regole permettono il loro utilizzo senza un consenso esplicito solo se sono strettamente necessari per il funzionamento del sito. Per tutti gli altri è necessario invece averlo.
Per darvi un dettaglio maggiore vi segnaliamo le due categorie di cookie:
- Cookie di prima parte: impostati dal sito che l’utente in quel momento sta visitando;
- Cookie di terze parti: che arrivano da un sito esterno per esempio i social media.
Usare i cookie oggi è un grande rischio per la privacy utente e genera sfiducia nel pubblico, ecco perché molte persone bloccano i cookie di terze parti.
Il mondo del digital marketing per rispondere a questo cambiamento si sta muovendo in una nuova direzione. Un’era che punta a proteggere i dati sensibili utilizzando tattiche pubblicitarie meno invasive.
Chi ha dato il via a tutto questo?
La risposta è Apple che nel 2017 introdusse: “Intelligent Tracking Prevention” un programma ad hoc che bloccava i cookies e quasi subito i browser più famosi hanno seguito quest’ondata di cambiamento.
Oggi vi presenteremo tre metodi che puntano a proporre degli annunci su misura senza essere assillanti o ripetitivi.
Vediamoli insieme:
- Il targeting di contesto: gli annunci sono personalizzati per un cluster specifico e dunque non più concentrati sulle preferenze individuali. Un annuncio rilevante sia per il sito che per il target, un esempio? Pensate ad una pubblicità di un noto caffè visualizzata vicino a delle ricette di alcuni dessert (es. pancake).
Il targeting di contesto ha molti vantaggi: tutela la privacy, resta rilevante nel tempo, le pubblicità appaiono quasi come contenuti organici. In più questa metodologia potenzia la brand awareness e si rivolge ad un network più ampio senza fare troppo affidamento sui comportamenti singoli. Un grosso aiuto arriva anche dall’AI che localizza il pubblico e propone degli annunci ad hoc. Grazie all’intelligenza artificiale l’azienda prende nota delle parole chiave, del contenuto e delle immagini più adatte, solo così si ottengono i risultati migliori. - Lista di e-mail: una serie di contatti rilasciati volontariamente dai clienti attuali e potenziali al fine di ricevere aggiornamenti e notizie sul brand. È un ottimo modo per relazionarsi con l’utenza ed ottenere nuove conversioni. Sono persone che già mostrano un alto interesse verso l’azienda e grazie alla compilazione di form o CTA specifiche permettono una crescita del ROI e maggiori informazioni su ciò che stanno cercando in quel preciso momento.
Le aziende grazie a questa lista possono proporre dei questionari, e sono certi di non intaccare la privacy, qui tutte le informazioni restano tra il brand e gli iscritti. - I post sui social media, tutti quei contenuti che non prevedono un investimento economico. L’azienda deve sviluppare un piano editoriale ad hoc che tenga conto della brand identity e delle parole chiave. Un percorso tematico che dà spazio a contenuti continuativi e altri in “real time”. La chiave del successo? l’autenticità.
Oggi le regole in merito alla privacy hanno cambiato il modo di operare di tante aziende, nuove strade utili a sperimentare. Negli esempi proposti su si può utilizzare un piccolo budget a tante singole azioni che portano ottime conversioni. Relazionarsi con il cliente, renderlo fedele non è affatto una missione impossibile.
Vuoi restare aggiornato sui trend in ambito marketing e comunicazione?
Iscriviti alla nostra newsletter